L'ultima campagna saccarifera si svolse nel 1987 e da quel momento la dolce ed appiccicosa aria che caratterizzava i periodi della produzione di zucchero venne lentamente ma inesorabilmente sostituita da un profumo diverso,
quell'odore di amaro che ogni luogo abbandonato offre all'esploratore.
Sono entrato molte volte all'interno dei suo spazi, le mie prime fotografie sono diapositive e magari qualcuno sa anche cosa fossero,
ed ho sempre provato emozioni e sensazioni diverse come solo la lettura ripetuta nel tempo di una poesia può spiegare.
Lunghe file di camion stracolmi di barbabietole attraversavano la città di Cecina per portare la materia prima che dava lavoro a centinaia di lavoratori e
che raggiunse l'apice del successo negli anni compresi tra il 1903 ed 1922.
Dopo la seconda guerra mondiale lo stabilimento andò avanti a vicende alterne affiancando alla produzione di zucchero quello della melassa per arrivare fino a tentativi di invecchiamento artificiale,
con poco successo, del Brandy e la produzione di lievito che durò fino agli anni '60.
Nonostante l'entusiasmo e l'attaccamento che ogni lavoratore provava verso lo stabilimento le condizioni economiche della produzione di zucchero dalle barbabietole non riuscirono a
competere con l'avvento della canna da zucchero ed alla fine del 1987 nessuno varcò più i suoi cancelli.
La struttura è ormai assolutamente pericolosa e ne sconsiglio vivamente la sua esplorazione, quei giganti di ferro che la popolano mostrano comunque con orgoglio il loro passato e le scale corrose dal tempo raccontano storie di vita e di
lavoro solo lievemente offuscate dall'amaro dell'abbandono.
E' tempo di andare, penso che questa sia stata la mia ultima volta però mai dire mai e magari un giorno tornerò per rileggermi una poesia seduto sui gradini delle scale del ricordo.
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