Nella “strana” mente degli amanti dell'urbex l’incontro con luogo abbandonato accende subito la fatidica ricerca su come potervi accedere.
Nonostante sapessi che il Tempio fosse un luogo dismesso ma non abbandonato la domanda che mi ponevo, passandoci davanti, era sempre la stessa ed altrettanto ripetitiva era la risposta: inaccessibile.
Attraverso la porta con la stessa felice e pura eccitazione che hanno i bambini scartando i regali di Natale ed inizio ad ascoltare tutte le storie che la Chiesa degli Olandesi è ancora in grado di raccontare nonostante un oscuro tramonto abbia iniziato a dipingere il suo destino.
Furono le Leggi Livornine, 1591 e 1593, che dettero inizio alla multiculturalità a Livorno, la città delle nazioni.
Ebrei, greci, olandesi, alemanni, francesi, inglesi, portoghesi ed altri furono qua attratti dalle favorevoli condizioni per il commercio, dall'amnistia per alcuni reati e dalla tolleranza etnica e religiosa che le suddette leggi garantivano.
Con l’Unità d’Italia, vincendo le resistenze della chiesa cattolica e delle istituzioni ognuna di queste “nazioni” cercò di creare un proprio e ben identificato luogo di culto nel totale rispetto tra di loro e verso chi gli ospitava.
Nel 1862 gli olandesi e gli alemanni di fede calvinista, su progetto dell’ing. Dario Giacomelli, iniziarono la costruzione del Tempio della congregazione Olandese-Alemanna, spettacolare e unica grande struttura neogotica in città.
L’abolizione dello status di porto franco determinò il lento declino economico della congregazione che, comunque, nei primissimi anni del ‘900 dotò la chiesa di un mirabile organo della ditta Agati-Tronci, considerato da molti il migliore esistente in Italia, nell’agosto del 1903 il grande musicista e compositore Pietro Mascagni affascinò gli spettatori con le sue indimenticabili composizioni.
Miracolata dai bombardamenti dal 1944 al 1946 fu sede di un comando americano e si racconta che gli stessi soldati rimpiazzarono le panche ormai vetuste costruendone di nuove usando il legno delle loro casse di munizioni.
La sua architettura interna ed un bellissimo pavimento in legno donarono al tempio un acustica eccezionale e nel 1949 il famoso chitarrista spagnolo Andrés Segovia vi tenne un mai dimenticato concerto.
Durante gli anni del primo dopo guerra e della ricostruzione dell’organo non si ebbe più notizia, alcuni nuovi edifici adiacenti modificarono sensibilmente la sua struttura ma la musica vi continuò a trovare una squisita accoglienza.
Non mi sono molto addentrato, ma non credo sia difficile capirlo, nei meccanismi che hanno portato questa piccola grande perla ad un passo dall’oblio e che nel 1991 ne decretarono la totale chiusura per la sua pericolosità anche se degli essenziali interventi permisero di metterne in sicurezza la facciata.
E’ giunta l’ora di riprendere il cammino di ritorno, mai un "urbex" fu così vicino, e provo già una languida nostalgia vedendo chiudere quella porta non sapendo se mai potrò varcarla di nuovo e tornare ad ascoltare la sua storia, simbolo e patrimonio della città delle nazioni.
Salgo sul mio SH 50 coetaneo della chiusura del tempio, non sono sicurissimo ma ho la sensazione che si siano salutati come dei vecchi cari amici, metto in moto e mi allontano senza voltarmi, il mio spirito è colmo delle fantastiche emozioni che la Chiesa degli Olandesi mi ha sussurrato.