Sono circa le 10 quando, seguendo le previsioni meteo che davano temporali di prima mattina, entro dentro “le terme di casa”, così le chiamano gli abitanti della zona.
Nate nel 1826 da una intuizione del Conte Bulgarini d’Elci, cinque sorgenti di acqua solfato-bicarbonato-calcica furono convogliate assieme dando così origine alle Terme delle Galleraie.
Già conosciute in epoca Etrusca queste acque “miracolose” vennero assolutamente elogiate nel 1891 e nel 1912 durante due importanti congressi di Idrologia, Climatologia e Terapia fisica dove si riconobbero i loro enormi benefici per la cura di malattie della pelle, dell’apparato locomotore e respiratorio.
Della originale costruzione, voluta dal conte, che comprendeva un albergo, numerosi bagni, grandi vasche per le terapie, una stazione di sosta per carrozze e cavalli ed una minuscola chiesa restano ormai poche tracce.
Accanto all’albergo ed alla chiesetta, restaurati, sorse sul finire degli anni ’80 del secolo scorso, un moderno complesso termale nel quale venivano praticate terapie a base di fanghi, balneazioni, inalazioni, insufflazioni e cure idropiniche.
La maestosa bellezza del territorio ed il silenzio che avvolge questo luogo rendono l’esplorazione veramente gradevole, anche se l’abbandono che alcune cartelle cliniche sparse sul pavimento fanno risalire intorno al 2006 ed i soliti stolti hanno pesantemente offeso e deturpato lo spirito del luogo.
Presto giunge il momento di riprendere il cammino, altre due locations non molto distanti mi attendono ma non sarà così, il meteo ha “leggermente” sbagliato orario e sopra le colline circostanti si stanno velocemente radunando scurissime nuvole solcate da una miriade di sfavillanti lampi rapidamente seguiti da assordanti e minacciosi tuoni, la luce sta evaporando.
Giusto il tempo di risalire nell’auto, una impressionante bufera d’acqua decreta la fine della giornata, ci vorranno decine di km per sconfiggere il buio e ritrovare il sereno.