Mi avvicino al capanno in estremo silenzio, degli insistenti ed acuti “pik, pik…” mescolati a trillanti “bit-bit…” e “pi-pi-pe-pe…” non lasciano alcun dubbio.
Lo spettacolo è assolutamente entusiasmante, una felice famiglia di Tuffetti si sta godendo questo indimenticabile periodo.
Due pulli “viaggiano” tra le ali dei genitori, il minimo dimorfismo sessuale di questa specie rende veramente difficile riconoscere maschi e femmine, mentre gli altri sguazzano nell’acqua attendendo il loro turno. Un bel giro accompagnato da veloci immersioni per la caccia del cibo ed imbeccate per poi tornare tutti quanti momentaneamente all’asciutto nel nido.
Non arreco loro nessun disturbo, sono stanziali ed abituati alla presenza, seppur discreta, di rompipalle vari…
Decido di godermi la scena dal “miglior punto di vista” ed allora mi sdraio pancia sotto sul vecchio pavimento di legno, appoggio la mia guancia a terra ed accosto il teleobiettivo alla feritoia posta al livello del suolo e scatto, felici loro e felice io.
Resto a lungo in quella posizione ed alla fine la tensione a collo/spalle/braccia e degli schricchiolii vertebrali mi avvertono che la vera felicità sarà riuscire a riguadagnare la stazione eretta…
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