Raccontare l'Urbex con le fotografie



Guida enciclopedica per fotografare i luoghi urbex e raccontarli per immagini
annotazioni scarse & confuse



Vignetta di fotografi urbex




Vignetta per selezionare le fotografie

La selezione
un bagno di sangue, difficoltà +++++


Spesso entrando in luoghi abbandonati ne usciamo con le schede di memoria strapiene di immagini come se fossimo tornati da un viaggio bellissimo ed irripetibile del quale vogliamo conservare tutto perchè tutto è importante per noi...ma per gli altri? Qualche anzianotto che, come me, pratica urbex e da sempre fotografa, ricorderà i rullini fotografici da 36 pose, soprattutto le diapositive, e le interminabili e devastanti serate in casa propria o di amici nelle quali per ore, alla luce del solo proiettore, venivano mostrate centinaia di immagini dell'ultimo viaggio, delle vacanze con la famiglia, del compleanno dei figli.





Vignetta per selezionare le fotografie

Gli spettatori, veri e propri ostaggi, si davano all'alcool, cercavano una corda robusta oppure con atti di guerriglia domiciliare facevano di tutto pur di impossessarsi del telecomando del proiettore, gettarlo nel cesso ed interrompere così l'atroce agonia.
3 su 36 era il motto in voga tra gli "illuminati" della diapositiva, da un rotolino da 36 era un lusso se riuscivi ad avere 3 ottime immagini per la proiezione e quindi ad esempio 10 rullini=360 diapositive=30 ottime fotografie, semprechè tu fossi in grado di farle, con piena soddisfazione dei tuoi ospiti che ti ponevano la domanda più ambita che potesse ricevere l'autore delle foto. "Azz già finite? Peccato ne avrei viste ancora."



Vignetta per selezionare le fotografie

Guardare le fotografie sui vari social, siti web e roba simile ha un grande vantaggio, mentre per le proiezioni di diapositive non avevi mezzi per sottrarti alla tortura di immagini banali, ripetitive e prive per te di alcun messaggio, nel web alla prima immagine mossa,al primo rumore che frantuma il monitor, al secondo soffitto semiuguale al primo, alla terza inquadratura, terza perchè eri distratto, della stessa stanza, oppure al solo leggere il numero delle foto presentate, basta un rapido e semplice click per cambiare pagina e riconquistare la "libertà".



"Le tue prime 10000 fotografie sono le peggiori" / Henri Cartier-Bresson (1908 - 2004)
Allora io sono a posto, ne scatto almeno 10000 al giorno...






Uomo guarda foto al computer

La famiglia degli invisibili
tanto ci pensa l'algoritmo, difficoltà +++


Micromosso, rumore, artefatti, aberrazioni e famiglia chi se ne frega tanto posterò sul web immagini dalle dimensioni filateliche e nessuno si accorgerà di niente, e comunque posso stare tranquillo a risolvere tutto ci pensa l'algoritmo... Perchè; non provare a guardare le immagini a pixels reali su un bello e definito schermo prima di ridurle a francobolli e inondare il web?
"Azz sono mica scemo si vedono tutte le schifezze, le vedo anche io che di fotografia non me ne può fregà di meno."




Uomo guarda foto al computer

E poi c'è un altro vantaggio, mentre guardando le diapositive comunque ti soffermavi e qualcuno un poco più sincero ti diceva "ma fanno schifo, basta non se ne può più", la velocità con le quali queste immagini saranno viste sul web risolverà anche questo problema ed allora che senso ha faticare per ottenere un buon prodotto, quanti dei fruitori saranno in grado di valutarlo ed anche degli eventuali vaffa che te frega contano i pollicioni alzati.

Secondo me ha un senso se non altro di soddisfazione personale e credo non sia poca cosa.
All'interno dei luoghi urbex le condizioni di luci ed ombre, i passaggi tra abbagliante e buio pesto, le difficoltà di posizionamento degli attrezzi sono i genitori della famiglia degli invisibili e nessun algoritmo potrà togliergli la patria potestà.
Alcuni accessori di "poco conto", un cavalletto, un monopiede, uno scatto flessibile anche se basta l'autoscatto, gli ISO non portati all'estremo, una inquadratura con luce migliore aiutano e non poco ma chi se ne frega per fare dei francobolli non ce n'è bisogno. "Perfetto sono perfettamente d'accordo."



"Non ho mai ottenuto uno scatto così come volevo: è sempre venuto migliore o peggiore." / Diane Arbus (1923-1971)
Allora io sono a posto, l'algoritmo crea sempre la foto perfetta...






fotografia dei grattacieli di New York City

Il racconto
Carneade chi era costui? Argomento non noto, Difficoltà presunta +++++


Quando vedo una bella foto urbex penso "Che bella foto", quando vedo un insieme di belle foto collegate tra loro penso "Che bel racconto, mi ha fatto vivere quel luogo". Quasi tutti gli urbexer accedono ai luoghi per poter fotografare, filmare ed in seguito raccontare e trasmettere ad altri le emozioni e le storie che questi luoghi gli hanno trasmesso. Molto spesso la pigrizia ed un poco di superficialità impediscono di raccontare una storia.
Le foto vanno accuratamente scelte cercando di dargli un senso per scrivere una storia così come molte frasi scrivono un libro.



Vignetta di persona davanti a monitor

Sono stato varie volte nella città più fotografata al mondo e tra le migliaia di scatti che nel tempo ho portato a casa, qualcuno veramente bello anche se inflazionato l'ho fatto ma non ho raccontato NYC ho mostrato delle foto di NYC.
Raccontare fotograficamente è molto difficile ma perchè non provarci?





"Shakespeare non è famoso perchè sapeva mettere insieme una bella frase,
ma perchè aveva grandi storie da raccontare con belle frasi." / Paul Fusco (1930-2020)
Allora io sono a posto, se son tutti come me i racconti non si leggono...


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